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La condizione femminile in marocco negli ultimi dieci anni
Il 13 marzo 2014 ha avuto luogo presso l’Istituto Tevere il Dialogo Tiberino dal titolo “Condizione femminile in Marocco negli ultimi dieci anni”, tenutasi dalla Prof.ssa Renata Pepicelli, docente , docente del Master Economia e Istituzioni dei Paesi Islamici presso l’Università Luiss, e autrice di tre monografie Femminismo islamico. Corano, diritti, riforme (Carocci, 2010), Il velo nell’islam. Storia, politica, estetica (Carocci, 2012) e 2010 un nuovo ordine mediterraneo? (Mesogea, 2004).
La prof.ssa Pepicelli nella sua introduzione al tema ha evidenziato la conciliabilità dell’Islam con i diritti umani e che non esiste la “donna musulmana” tout court, uguale in ogni tempo e in ogni luogo, bensì le “donne musulmane”. Di fatti, sussiste un’estrema varietà di musulmane, che si presentano poi diversificate a seconda del Paese e all’interno dello stesso Paese vi sono ulteriori differenziazioni.
In seguito, la relatrice ha tracciato un quadro generale sul velo fino ad arrivare agli inizi del ‘900 in cui si è assistito ad una riaffermazione dello stesso, di un velo consapevole. Passando al tema della serata, sono state presentate le riforme legislative attuate in Marocco, negli ultimi dieci anni. Grandi passi nel migliorare la legislazione in tema dei diritti delle donne sono state fatte, a partire dalla Mudawana, il nuovo codice di famiglia approvato nel 2004, che ha riconosciuto alla donna una serie di diritti prima non goduti (ad. la restrizione della poligamia, prevedendo il rilascio l’autorizzazione del giudice che deve preliminarmente verificare la sussistenza delle condizioni previste dalla stessa legge; l’innalzamento dell’età matrimoniale a 18 anni; il diritto alla donna di sposarsi senza avere l’autorizzazione del tutore; il diritto di divorzio e agli alimenti della donna…). È stato affermato che la riforma è stata attuata attraverso una rilettura della religione alla luce del Corano e della Sunna.
Tuttavia, le riforme non si sono arrestate; nel 2007 è stata introdotta la legge che permette alle donne di passare la nazionalità ai figli, fino ad arrivare alla nuova Costituzione, del 2011, che nell’art 19, sostiene una forte apertura verso l’uguaglianza tra uomo e donna. Quindi, da un punto di vista legislativo, dei passi in avanti, sono stati fatti. Tuttavia, rimangono critiche, come quella per la legge contro la violenza sessuale. La prof.ssa Pepicelli ha da ultimo evidenziato che i passi compiuti negli ultimi dieci anni sono il frutto delle rivendicazioni civili dei movimenti femministi e della volontà della monarchia di far avanzare i diritti. L’incontro, al quale il pubblico ha mostrato grande interesse intervenendo per domande alla relatrice o per raccontare l’esperienza personale, è terminato con un momento convivialità.